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IL LUOGO, LE GROTTE

Rilievi, descrizioni, note storiche delle cavità

Il luogo, in cui sono ambientate le nostre curiose leggende, è il Monte delle fate, situato presso Sasso, frazione del comune di Cerveteri, antica località dell’Etruria meridionale, presso la Via Aurelia, un piccolo paese a circa 300 m di altitudine, raccolto come un’antico borgo, con mura merlate e la piccola piazza della Chiesa di Santa Croce. Il Monte delle fate è una lente calcarea in cui si sviluppano le grotte: la Grotta Patrizi, famosa per le sue sepolture neolitiche è alla base del rilievo, mentre sulla cima, la Grotta dei serpenti è chiamata fumarolo, come altre piccole cavità impraticabili. La temperatura dell'interno è elevata (34°), dovuta al fenomeno del vulcanesimo secondario, La cavità è stata usata come sauna e luogo terapeutico 'miracoloso' per tutto il Seicento.

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LA TRADIZIONE

Nei secoli successivi 

Mentre il Seicento è il secolo della nascita della scienza nuova, il Settecento è il secolo della rivoluzione industriale, dell’illuminismo e dell’Enciclopedia. Nel Seicento si succedono visite e testimonianze che ‘fondano’ il mito,  ma in alcuni resoconti settecenteschi si fa strada il dubbio e comincia a incrinarsi il complesso di credenze sulle terapie che si svolgono a Sasso. Tuttavia, una singolare figura di domenicano, Jean-Baptiste Labat, difenderà nel 1731 la credenza utilizzandola come elemento retorico in una singolare critica nei confronti della classe dei medici corrotti. Nell'Ottocento viene messa in discussione quella che è ormai considerata solo un’assurda e ridicola credenza, «una favola cui non credono» «nemmeno ‘i più idioti del popolo’» secondo Giovanni Battista Rampoldi (1833) una «ostinata paganìa», secondo Francesco Orioli (1851), o ancora, per Attilio Zuccagni-Orlandini, una «favoletta che risale forse agli antichi tempi del gentilesimo» (1861). Nel Novecento la grotta viene ricordata in opere di storia locale e in numerose pubblicazioni di carattere naturalistico, speleologico e biospeleologico 

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IL SEICENTO

Nasce la tradizione letteraria del prodigioso asylum sanitatis

Il primo riferimento alla grotta è in un testo poetico del 1621. La tradizione letteraria ha inizio con la relazione De spleunca et serpentibus Caeretanis del medico francese Pierre Michon Bourdelot,  un manoscritto redatto per il cardinale Francesco Barberini intorno al 1634.

Questa prima relazione sarà seguita dalle pubblicazioni dei risultati delle ricognizioni di Athanasius Kircher (1640), Thomas Bartholin (1644), John Finch (1663), Jean Jacques Manget (1692) e Bernardino da Arezzo (1698). La pubblicazione dei risultati dei sopralluoghi favorirà la diffusione della conoscenza del luogo terapeutico all’interno della repubblica delle lettere, e della comunità dei medici, e ne amplificherà la rinomanza in Europa.

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